sabato 22 marzo 2008

L'odissea dei passeggeri arrivati in elicottero

“Linosa, Linosa”, grida il personale di bordo della motonave Palladio, bussando alle porte delle cuccette, alle sei del mattino. Il profilo dell’isola si intravede dal ponte. La sera prima i passeggeri si imbarcano, ma con riserva, ciò significa noi compagnia partiamo, ma non assicuriamo l’attracco.
Ma nessuno immaginava che stava per iniziare l’ennesimo viaggio degli Ulisse per caso. Tra i viaggiatori linosani, turisti e originari dell’isola tutti uniti da un desiderio comune: arrivare a Linosa. Stiamo parlando della più piccola delle Pelagie, la più disagiata, non la più sfortunata, perché la sfortuna non va presa nemmeno in considerazione, bisogna soltanto “andare dietro la verità effettuale della cosa”, scrive Machiavelli nel capitolo XV del Principe.

La nave parte a mezzanotte da Porto Empedocle. Al mattino per due volte fa il giro dell’isola. Il mare non è poi così mosso da non potere approdare a Pozzolana di Ponente, ma lo si potrebbe fare allo Scalo Vecchio, attracco a sud. I passeggeri iniziano a innervosirsi, cercano di parlare con il comandante. La risposta è ormai nota a tutti: l’approdo è inagibile. L’ordinanza dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lampedusa stabilisce invece che al fine di evitare il sovraccarico delle parti a sbalzo della banchina interessata dal cedimento di un pilastro, è vietato lo sbarco dei mezzi pesanti ma non dei passeggeri.
Un nodo al pettine quello dello Scalo Vecchio che opprime l’isola da molti anni, che provoca disagi grossi alla cittadinanza, con conseguenze negative sugli esercizi commerciali e quindi sul turismo, attività principale e fondamentale per l’economia di Linosa.

I passeggeri arrivati a Lampedusa alle nove del mattino, dopo otto ore di navigazione sono scesi con l’intenzione di occupare il portellone della Palladio e di impedire l’imbarco dei mezzi se non fosse stato assicurato lo sbarco a mezzogiorno a Linosa. A complicare la situazione il peggioramento delle condizioni meteo- marine. Sul posto arriva il vicesindaco del Comune di Lampedusa e Linosa, Angela Maraventano che ha assistito i passeggeri insieme a Lorenzo Montana, assessore della giunta comunale. A Lampedusa si uniscono altri passeggeri che pensavano di partire per Linosa. Diverse le ipotesi vagliate: l’elicottero e poi la motovedetta, dopo l’arrivo del comandante di squadriglia della Guardia Costiera Rodolfo Raiteri.

Dopo cinque ore di attesa finalmente viene approntata la soluzione dell’elicottero della Protezione Civile, arrivato da Palermo, grazie all’intervento di Angela Maraventano che è rimasta insieme ai passeggeri fino al termine delle operazioni. All’interno della stazione marittima sono stati offerti panini e acqua ai malcapitati. Sono state ore di sconforto, raccontano i passeggeri, soprattutto per il timore di rimanere a Lampedusa, di mandare a monte i propri progetti. E poi tanta, tantissima rabbia per una situazione che i linosani conoscono bene e che non è stata mai risolta.

Partono in elicottero prima le donne e i bambini, poi gli uomini: in tutto 35 persone per un totale di sette viaggi. L’episodio si era già verificato a Natale e anche in passato. Ma non è la congiura del maltempo e neppure della sorte, semmai di una situazione vecchia che non è stata risolta nel tempo e che adesso è degenerata aumentando ulteriormente i disagi degli isolani e dei turisti che devono raggiungere Linosa. Disagi che non possono essere risolti se ci sono divisioni o campanilismi. L’assessore alla Pesca, Pietro Riso trovandosi sul posto ha protestato perché la nave partisse altrimenti i pesci imbarcati sarebbero andati a male, perché Linosa è una palla al piede, che sarebbe preferibile dividere i due comuni. Affermazione che ha suscitato lo sdegno di altri assessori.

La protesta avvenuta ieri non può rimanere un episodio isolato ma deve essere l’inizio di un progetto che coinvolga tutti, cittadini, istituzioni, la società di trasporti marittimi, l’amministrazione locale. Gli interventi come quelli di ieri sono solamente soluzioni che risolvono il problema al momento e che non sono decisive. Basta solamente non considerare Linosa un luogo lontano e isolato perché abitato da meno di 500 abitanti. Un progetto per essere veramente efficace deve superare gli interessi per porsi in una prospettiva utente-centrica che tenga conto dei bisogni della cittadinanza e di chi ama Linosa e vuole conoscerla e visitarla.
La questione resta aperta.

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