sabato 7 giugno 2008

Naufragio sul Canale di Sicilia, recuperati 13 cadaveri


E' approdato stamani alle 8.40 a Porto Empedocle, con a bordo i 13 cadaveri recuperati a 150 miglia a sud di Lampedusa, il pattugliatore Sirio della Marina Militare.
Si tratta dei 10 corpi raccolti dai militari nel corso delle operazioni di ieri pomeriggio ai quali si sono poi aggiunti i restanti: sarà compito delle autorità preposte stabilire quanti di questi possano essere riconducibili alla sciagura avvenuta in data imprecisata e alla quale sono riferiti i ritrovamenti, sei in tutto, avvenuti dal 28 maggio al 2 giugno tra le coste libiche, quelle maltesi e le spiagge del Trapanese oltre che dell'Agrigentino.
Sulla nave militare si trovano anche i 27 naufraghi, tra cui sette donne, soccorsi giovedì scorso dal motopesca Ariete di Mazara del Vallo.
Il corpo di una vittima in avanzato stato di decomposizione è arrivato ieri da Lampedusa con la Palladio. Si tratta della settima vittima del naufragio di cui ancora nulla è dato sapere. L'altro ieri, infatti, un cadavere era stato recuperato sugli scogli di Linosa.
A scoprire il corpo ormai irriconoscibile era stato Salvatore Tuccio, un giovane abitante dell'isola che racconta: "Solitamente quando il mare è calmo faccio un giretto lungo la costa linosana in canoa, non solo per hobby ma anche per verificare se ci sono materiali inquinanti tra gli scogli. Con una ventina di giovani abbiamo infatti dato vita a una sezione di Guardia costiera ausiliaria e come associazione di volontariato cerchiamo di renderci utili.
Guarda caso non ho trovato nessun sacchetto di plastica e né tantomeno bidoni, ma bensì un cadavere, o qualcosa che sembrava tale visto lo stato di decomposizione, adagiato sugli scogli in zona Punta Paranzello. Così sono corso a chiamare i carabinieri e ci siamo recati sul posto a verificare se realmente si trattasse di ciò che pensavo".
La portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati politici, Laura Boldrini, elogia i soccorittori: "Se il bilancio di questa ennesima tragedia non è stato più alto è solo grazie al coraggio di tanti marinai, dagli equipaggi dei pescherecci a quelli della Marina Militare e della Guardia Costiera, che non esitano a intervenire per prestare soccorso anche di fronte a un naufragio avvenuto a grande distanza dalle coste italiane".
agrigentonotizie.it